In occasione della Giornata Nazionale del diabete affrontiamo uno degli aspetti più sensibili per il paziente affetto da tale patologia: la dieta.
L’alimentazione è una carta decisiva per una buona gestione del diabete, tanto che si può considerare un sano regime nutrizionale come parte fondamentale della terapia. Ma quali i consigli generali da offrire ai propri pazienti? Esiste una dieta per diabetici? E, ancora, ci sono alimenti proibiti da evitare assolutamente? Sono tante le domande che l’argomento suscita. Vediamo in sintesi alcuni punti fermi in materia, così come definiti dalle società scientifiche italiane SID (Società italiana di diabetologia) e AMD (Associazione medici diabetologi) e internazionali Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità ), Idf (International Diabetes Federation) e Ada (American Diabetes Association). Fermo restando che di fronte a una diagnosi di diabete spetterà allo specialista offrire indicazioni precise e personalizzate sul regime alimentare da seguire.
Non esiste una vera e propria dieta per diabetici. Le società diabetologiche raccomandano che l’alimentazione sia personalizzata, cioè scelta in base alle caratteristiche della singola persona (età, grado di controllo del proprio equilibrio glicemico, eventuali comorbidità) e concordata sempre con il medico di medicina generale, il diabetologo o il dietologo del team diabetologico. Il “lavoro di squadra” in questi casi è fondamentale!
Esistono, però, alcuni criteri generali e alcuni principi di sana alimentazione da tenere sempre presenti e da applicare “su misura” al singolo caso. Non esistono più alimenti assolutamente vietati a chi ha il diabete, bensì quelli consigliabili e quelli sconsigliabili. Ovviamente, un paziente con diabete non perfettamente controllato o già gravato da complicazioni avrà maggiori restrizioni a tavola rispetto a chi ha un buon equilibrio glicometabolico.
Uno dei principi generali da ricordare al paziente diabetico è l’opportunità di mangiare poco e spesso (almeno 5 pasti nell’arco della giornata), bilanciato e vario. Il modello consigliato da Sid e Amd è quello della dieta mediterranea: in sintesi, ridurre la quantità di calorie, limitare grassi (specialmente quelli di origine animale) e proteine, consumare fibre e vegetali, mangiare ortaggi, frutta e cereali non raffinati, preferire il pesce alla carne, condire con olio d’oliva e non con il burro.
Una buona alimentazione è essenziale, ma deve essere accompagnata da un generale stile di vita sano, a cominciare dalla pratica di attività fisica regolare quotidiana, utile a contrastare i rischi di sovrappeso e obesità, che si accompagnano molto spesso al diabete di tipo 2 e favoriscono lo sviluppo di complicanze. Bisogna scegliere il tipo di esercizio fisico più adatto alle proprie caratteristiche personali, età, stato di salute e condizioni fisiche e in accordo con il proprio medico. Secondo l’autorevole American diabetes Association, già 30 minuti di camminata quotidiana a passo sostenuto per cinque giorni la settimana sono un ottimo punto di partenza.
Bibliografia:
Standard italiani per le cure del diabete mellito 2018. Disponibile al link: AMD-Standard-unico1.pdf (aemmedi.it) (Data di ultimo accesso:10/11/2022)
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