Highlights Congresso EAN 2024

I farmaci ad azione preventiva hanno cambiato radicalmente la qualità di vita dei pazienti affetti da emicrania.
Prima del loro arrivo, infatti, la corretta aderenza alla terapia è stata spesso uno dei principali problemi per una prevenzione efficace dell’emicrania. Solo il 20% dei pazienti seguiva correttamente il piano terapeutico.

Le nuove terapie con anticorpi monoclonali anti-CGRP hanno rivoluzionato questo scenario grazie alla loro elevata tollerabilità, favorendone l’aderenza e garantendo un’ottima efficacia che motiva i pazienti a non interrompere la terapia. 
Queste le parole della Dr.ssa Simona Sacco, Prof. Ordinaria di Neurologia presso l’Università dell’Aquila, per descrivere questi farmaci nel trattamento preventivo dell’emicrania.

Attualmente si prevede che il ciclo di trattamento degli anticorpi monoclonali duri per 12 mesi oltre i quali vi è un periodo di sospensione di almeno 30 giorni. Solo nel momento in cui i pazienti ricadano nelle condizioni emicraniche precedenti, cioè almeno 8 giorni di mal di testa severi al mese, di attacchi disabilitanti, è possibile riprendere il trattamento.
Secondo quanto emerso nell’ultimo congresso EAN tenutosi a Helsinki dal 29 giugno al 2 luglio, alla sospensione del trattamento, il 40% dei pazienti ha un peggioramento della sintomatologia clinica, ricadendo nella condizione di emicrania severa disabilitante presente all’inizio della terapia. 
Antonio Russo, Prof. Ordinario di Neurologia dell’Università della Campania, afferma che, “dopo la ripresa del trattamento, il beneficio clinico che si ottiene è minore di quello iniziale”. 
Quindi è bene valutare regolarmente la necessità di proseguire il trattamento.

La somministrazione di anticorpi monoclonali anti-CGRP mediante iniezione sottocutanea è molto più accettata dai pazienti grazie al fatto che gli eventi avversi sono molto lievi, come ad esempio il dolore nel sito di iniezione.

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Bibliografia:

[1] Video di Canale Salute e Benessere - Ansa.it

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